La sopravvivenza delle barriere coralline è di vitale importanza per il nostro ecosistema, e le sostanze chimiche contenute nelle nostre creme solari possono danneggiarle.
Vediamo a cosa serve la protezione solare, che problematiche si porta dietro, e come prendere decisioni più responsabili per proteggere noi stessi e il nostro pianeta.
Perché è importante utilizzare la crema solare:
Si stima che i casi di melanoma negli Stati Uniti siano triplicati dagli anni '70. Le ragioni di questo trend non sono chiare, così come non sono chiare le strategie di prevenzione.
Nonostante non si sappia esattamente la causa del melanoma, gli scienziati di tutto il mondo tendono ad individuare come principale fattore di rischio l’esposizione ai raggi ultravioletti (UV), provenienti dal sole o da tecniche di abbronzatura artificiale, come docce o lettini solari.
Il melanoma tende a colpire prevalentemente le aree del corpo più esposte alla luce del sole, come il viso. Ciononostante, si può anche originare in parti del corpo che non sono mai esposte, indicando che i raggi solari non sono l'unico fattore di rischio, ma entrano invece in gioco variabili come la predisposizione familiare, le lentiggini, i nei, e così via. Sfortunatamente, per questi ultimi aspetti dobbiamo metterci un po' nelle mani del nostro destino. I fattori di rischio che invece possiamo controllare sono: l'abbronzatura artificiale, l'esposizione naturale ai raggi ultravioletti e le scottature.
Come strumenti di prevenzione, ci sono il controllo periodico dei nei e il mantenimento di un atteggiamento responsabile nei confronti dell'esposizione al sole, principalmente tramite:
l'utilizzo di creme solari con filtro adeguato;
l'utilizzo di cappelli e occhiali durante l'esposizione al sole;
un'attenzione particolare in prossimità di neve, acqua o sabbia, che riflettono i raggi solari;
una minimizzazione dell'esposizione al sole durante le ore centrali della giornata, dalle 10 alle 16.
Problemi della crema solare da un punto di vista salutistico:
Nonostante le creme solari possano contribuire a proteggerci dai raggi solari, è anche vero che gli scienziati non sono sicuri che la protezione solare di per sé possa prevenire il melanoma. Molti studi hanno concluso che applicare uno schermo solare può ridurre notevolmente il rischio di ammalarsi, ma altri non hanno raggiunto conclusioni così drastiche. Conseguentemente, fare affidamento sull'utilizzo della crema solare rischia di diventare un pretesto per non prendere altre precauzioni e rischia di illudere noi consumatori di essere abbastanza attenti. Ad esempio, alcune ricerche hanno concluso che la creazione di radicali liberi può diminuire drasticamente se la medesima crema solare viene applicata lasciando uno strato spesso, rispetto a quando viene applicata più tradizionalmente.
Problemi della crema solare da un punto di vista ambientale:
Nonostante la crema solare susciti alcune preoccupazioni dal punto di vista della salute, questa è soprattutto problematica dal punto di vista ambientale. I prodotti chimici contenuti nella protezione solare possono infatti danneggiare le barriere coralline.
Le barriere coralline di tutto il mondo sono minacciate dall'inquinamento, e le destinazioni più popolari (come la Grande Barriera Corallina australiana e le baie delle Hawaii, delle Virgin Islands e di Israele) sono quelle con le barriere coralline maggiormente a rischio.
La sopravvivenza delle barriere coralline è di vitale importanza per la sopravvivenza del nostro ecosistema.
Quando nuotiamo con la protezione solare, sostanze chimiche come l'oxybenzone possono penetrare nell'acqua, dove vengono assorbite dai coralli. Queste sostanze contengono nanoparticelle che possono interrompere i cicli di riproduzione e crescita dei coralli, portando alla fine allo sbiancamento.
L'oxybenzone può anche danneggiare ricci marini, pesci e mammiferi.
Anche se non facciamo il bagno dopo aver applicato la protezione solare, le sostanze contenute nella crema possono cadere negli scarichi durante la doccia.
Ad aggravare la questione ci sono poi le versioni di creme solari con nebulizzatore, che rischiano di far cadere grandi quantità di prodotto sulla sabbia, per poi entrare negli oceani.
Naturalmente, i fattori che possono influire sulla vita marina oltre la protezione solare sono numerosissimi (vedi i cambiamenti climatici), ma gli scienziati sono abbastanza convinti che l'oxybenzone, e in generale l'inquinamento provocato dalla protezione solare rappresenti un'importante minaccia per le barriere coralline.
Si stima che 14.000 tonnellate di creme solari entrino negli oceani ogni anno, che 82.000 sostanze chimiche provenienti da prodotti per la cura personale possano contaminare i mari, e che circa l'80% dei coralli nei Caraibi sia stato perso negli ultimi 50 anni a causa dell'inquinamento, dello sviluppo delle coste e del riscaldamento delle acque.
Il rapido declino delle scogliere è diventato un problema urgente, globale, evidente ovunque.
Fortunatamente, alcune destinazioni hanno già iniziato a vietare l'utilizzo di filtri solari dannosi per l'ambiente. Nel 2018, le Hawaii sono state le prime a vietare la vendita di creme solari contenenti oxybenzone e octinoxate (il divieto avrà effetto dal 2021) e, qualche mese dopo, anche Palau ha annunciato che avrebbe vietato la vendita o l'utilizzo di creme solari contenenti sostanze chimiche dannose per le barriere coralline.
Alcuni consigli per essere più responsabili nei confronti nostri e delle barriere coralline:
Controllare la lista degli ingredienti, evitando creme solari che contengono oxybenzone (il composto più comune trovato in circa 3.500 filtri solari in tutto il mondo), l'octinoxate (che è ancora più tossico dell'oxybenzone , ma di solito si trova in concentrazioni più basse) e l'octocrylene. Da preferire sono le creme a base minerale che utilizzano ossido di zinco o biossido di titanio, che sono particelle che non possono essere assorbite dai coralli.
Per scegliere quale crema comprare, chi è più pigro (come me), e non ha voglia di ricercarsi tutti gli ingredienti, può utilizzare la app Healthy Living dell'Environmental Working Group, che classifica i prodotti in base al loro impatto ambientale e salutistico (è possibile sia ricercare prodotti che utilizziamo abitualmente per vedere se vanno bene, sia farsi consigliare prodotti nuovi e più responsabili).
Preferire la crema allo spray, in quanto gli spray non permettono di vedere chiaramente dove abbiamo messo la crema e finiscono nella sabbia e poi nell'oceano (è anche possibile, quando piove, che le sostanze chimiche sulla superficie della sabbia penetrino in profondità, dove le tartarughe marine depositano le uova).
Sopportare che la crema lasci un po' di bianco sulla pelle, perché ci può anche aiutare ad individuare bene dove l'abbiamo messa e a capire quando è il momento di rimetterla. In generale, le creme eco-sostenibili sono spesso un po' meno piacevoli da utilizzare rispetto a quelle a cui siamo abituati, ma è tutta questione di abitudine. Io ora sto provando ad utilizzare quella di Lavera e mi sto trovando abbastanza bene (ma vi avviso: lascia un po' di bianco).
Utilizzare cappelli, camicie, e altri vestiti per proteggerci dal sole.
Stare all'ombra nelle ore più pericolose.
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